Tutti ignorano questa parte della cappa finché non succede il peggio: i vigili del fuoco lanciano l’allarme su cosa controllare subito

La cappa aspirante rappresenta uno di quegli elementi della cucina che troppo spesso finiscono ai margini della nostra attenzione quotidiana. Eppure, giorno dopo giorno, questo elettrodomestico svolge un compito silenzioso ma essenziale: combatte contro odori persistenti, vapori densi e particelle di grasso che si sollevano durante la cottura. La maggior parte delle persone si limita a installarla, magari investendo anche cifre considerevoli per modelli di design o ad alta potenza, e poi dimentica quasi completamente la sua esistenza. Ma dietro quella superficie apparentemente pulita e quella griglia lucida, si sta consumando un processo di accumulo lento e inesorabile.

Non è immediato accorgersene. All’inizio tutto sembra funzionare perfettamente. Il motore gira, il rumore è quello di sempre, la luce si accende. Ma con il passare dei mesi, alcune piccole anomalie iniziano a manifestarsi. Forse i vapori non vengono catturati con la stessa rapidità di prima. Forse l’odore di quel soffritto di cipolla indugia nell’aria più a lungo del previsto. Oppure, dopo aver preparato una frittura, noti che l’aroma persiste per ore, nonostante la cappa fosse accesa alla massima potenza. Sono segnali sottili, facilmente attribuibili a una giornata particolarmente umida o a una finestra rimasta chiusa. Eppure, nella maggior parte dei casi, il problema non è esterno: è interno, nascosto tra i componenti dell’apparecchio.

Dietro quelle griglie metalliche, all’interno dei condotti, sui filtri e persino attorno al motore, si accumula una patina invisibile agli occhi ma concreta negli effetti. È composta da grassi, vapori condensati, polveri sottili e residui organici che, giorno dopo giorno, riducono progressivamente la capacità della cappa di svolgere il suo lavoro. La cappa continua a girare, ma aspira sempre meno. Il motore si affatica, i consumi aumentano, l’efficienza crolla.

Perché il grasso è il nemico invisibile

Il cuore del sistema è il motore, che genera un flusso d’aria forzato. Questo flusso ha il compito di catturare tutto ciò che si solleva dai fornelli: vapore acqueo, particelle di grasso in sospensione, fumi di combustione, odori volatili. Affinché il sistema funzioni correttamente, il flusso d’aria deve essere libero, costante e privo di ostacoli. Ogni elemento che riduce la sezione di passaggio compromette l’intera catena.

Il nemico principale è il grasso. Durante la cottura, soprattutto quando si friggono alimenti o si cucinano carni alla griglia, minuscole goccioline di olio e grasso si vaporizzano e vengono trasportate verso l’alto. I filtri metallici, posizionati proprio all’ingresso della cappa, sono progettati per intrappolare queste particelle. Ma quando questi filtri si saturano, diventano essi stessi un ostacolo. Una sottile patina oleosa riduce drasticamente la porosità del metallo, impedendo all’aria di passare. Il motore, per compensare, deve lavorare di più, surriscaldandosi e consumando più energia.

Parte del grasso supera i filtri e penetra più in profondità, depositandosi nel corpo motore, sulla ventola, nei condotti interni. Questo accumulo può diventare un rischio concreto: il grasso è altamente infiammabile, e in caso di surriscaldamento o malfunzionamento, può innescare un principio di incendio. Secondo quanto riportato dalle associazioni di categoria specializzate nella sicurezza domestica, l’accumulo di grasso nelle cappe aspiranti rappresenta una delle cause più frequenti di incendi legati alla cucina.

Come mantenere la cappa in perfette condizioni

La soluzione è alla portata di tutti e non richiede competenze tecniche particolari. Il primo intervento, quello più importante, riguarda i filtri metallici. Questi componenti vanno rimossi e puliti a fondo ogni due o tre mesi. La frequenza dipende dall’uso: chi cucina tutti i giorni, soprattutto fritture e grigliate, dovrà intervenire più spesso.

Esistono due metodi principali per pulire i filtri. Il primo è l’uso della lavastoviglie: i filtri possono essere inseriti insieme a piatti e pentole, utilizzando un programma ad alta temperatura, preferibilmente sopra i 65 gradi. Il secondo metodo è il lavaggio manuale in ammollo. Si riempie una vaschetta con acqua bollente, si aggiungono tre cucchiai abbondanti di bicarbonato e un detersivo sgrassante potente. I filtri vanno immersi completamente e lasciati in ammollo per almeno venti minuti. Poi, con una spazzola morbida, si sfregano delicatamente le superfici per rimuovere i residui più ostinati. Dopo il risciacquo abbondante, è fondamentale lasciarli asciugare completamente prima di rimontarli.

Accanto ai filtri metallici, c’è un’altra categoria di componenti che merita attenzione: i filtri a carbone attivo. Questi sono presenti nelle cappe filtranti a ricircolo, cioè quelle non collegate a una canna fumaria esterna. Il loro compito è assorbire gli odori attraverso i micropori presenti sulla loro superficie. Ma questa capacità non è infinita. Contrariamente a quanto si legge in molti forum online, i filtri a carbone attivo non vanno lavati né rigenerati in forno. L’unico modo per mantenere la loro efficacia è sostituirli regolarmente. Per un uso medio, è consigliabile sostituire i filtri ogni tre o quattro mesi. Il costo è contenuto: una coppia di filtri standard si trova tra i dieci e i venticinque euro.

Anche le superfici esterne della cappa meritano attenzione. Le griglie, le bocchette di uscita, la scocca esterna accumulano un velo sottile ma persistente di grasso misto a polvere. Pulire regolarmente queste superfici richiede pochi minuti: basta un panno in microfibra leggermente umido e uno sgrassatore neutro. È utile anche controllare periodicamente le feritoie: spesso contengono residui solidi che possono essere rimossi con un pennello o un aspirapolvere.

Questi interventi semplici, che richiedono pochi minuti al mese, contribuiscono a prolungare significativamente la vita dell’elettrodomestico. Una cappa ben mantenuta può facilmente superare i dodici anni di utilizzo senza cali evidenti di prestazione. Al contrario, una cappa trascurata mostra segni di cedimento già dopo quattro o cinque anni. L’efficienza di aspirazione può ridursi fino al 40% in un periodo compreso tra sei e otto mesi di mancata manutenzione.

Quando la manutenzione viene trascurata, gli odori ristagnano in tutta la casa per ore dopo la cottura. Si forma condensa sulle ante dei mobili, che nel tempo può causare rigonfiamenti e deformazioni del legno. I consumi elettrici aumentano sensibilmente, perché il motore deve lavorare a regime forzato. Il grasso che si deposita nel corpo motore può liquefarsi a causa del calore e gocciolare, causando corrosione lenta ma progressiva delle componenti metalliche.

I vantaggi di una manutenzione regolare sono immediati e duraturi. Le prestazioni di aspirazione rimangono sempre adeguate, anche con cotture pesanti. L’ambiente cucina resta più pulito, con una riduzione drastica di polveri e vapori. Il motore, lavorando senza sforzi eccessivi, consuma meno energia. Gli odori non persistono dopo i pasti. E, aspetto non secondario, la sicurezza domestica aumenta in modo significativo. Basta inserire queste azioni nella routine domestica per ottenere un elettrodomestico più efficiente, più sicuro e decisamente più duraturo.

Ogni quanto pulisci i filtri della tua cappa aspirante?
Mai puliti dalla prima installazione
Una volta all'anno se va bene
Ogni 2-3 mesi come consigliato
Ogni mese sono maniacale
Non ho una cappa aspirante

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